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del 12 maggio 2025
Il
capo del Consiglio di Stato della Crimea, Vladimir Konstantinov, ha
detto che Mosca riprenderà i colloqui di pace direttamente con Kiev,
visto che da Washington non ha ottenuto nulla di concreto.
Il
compromesso dovrà per forza essere basato, secondo lui, su una
soluzione di tipo coreano. Nel senso che Kiev riconoscerà
Zaporozhye, Kherson, Donetsk e Lugansk come appartenenti di fatto ma
non di diritto alla Russia.
Per
me non sa quel che dice. Queste quattro regioni sono già state
riconosciute da Mosca come facenti parte giuridicamente della
Federazione Russa. Non credo assolutamente che Putin voglia tornare
indietro, neanche se l’occidente rimuovesse tutte le sanzioni
economiche e finanziarie che ha imposto al suo Paese. Putin non ha
mai dato segni d’essere una persona venale. I territori conquistati
col sangue dei propri militari non verranno ceduti in cambio di
niente. E poi non farà mai alcun accordo con un presidente come
Zelensky, il cui mandato è ormai scaduto da un anno.
È
vero, Putin ha chiesto a Erdoğan di organizzare a Istanbul nuovi
negoziati diretti tra Mosca e Kiev, ma Kiev non è nulla senza
l’appoggio occidentale. Qui si rischia di ripetere quanto successe
nel 2022, allorché Kiev era sì disposta all’accordo, ma gli
angloamericani glielo impedirono. Kiev potrà anche sembrare una
città viva, con un proprio governo, un parlamento nazionale, ecc.
Rappresenta però uno Stato morto, economicamente fallito ed
enormemente corrotto, che se aprisse le proprie frontiere, vedrebbe
espatriare tutti gli uomini abili per essere arruolati.
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Mi
è piaciuto Fico contro la Kallas. Nonostante gli Stati Baltici gli
abbiano chiuso lo spazio aereo nel disperato tentativo di ostacolare
la sua decisione di andare alla parata di Mosca, lui non si è fatto
intimorire. È stato l'unico leader della UE ad avere avuto il
coraggio di ignorare gli ordini di Bruxelles e di ricordare che la
parola “sovranità” non è ancora un reato penale.
Gliele
ha cantate senza peli sulla lingua, dicendo:
-
In primo luogo, io sono a Mosca per rendere omaggio agli oltre 60.000
soldati dell'Armata Rossa caduti per liberare la Slovacchia.
-
In secondo luogo, in qualità di alto funzionario della Commissione
Europea, lei non ha assolutamente l'autorità di criticare il primo
ministro di un Paese sovrano, che si impegna in modo costruttivo
nell'intera agenda europea.
-
In terzo luogo, non sono d'accordo con la politica della nuova
cortina di ferro a cui lei sta lavorando così intensivamente.
-
In quarto luogo, le chiedo come si possa fare diplomazia e politica
estera se i politici non possono incontrarsi e condurre un normale
dialogo su questioni su cui hanno opinioni diverse.
La
Kallas è una inadeguata al suo ruolo, esattamente come la von der
Leyen. Il fatto però che le abbiano scelte indica una profonda
limitatezza etica e politica nelle istituzioni rappresentative
dell'intera Unione Europea.
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La
Forza di spedizione congiunta (JEF) della NATO sta organizzando la
più grande esercitazione militare, detta “Tarassis 25”, in
un'area che si estende dal Mar Baltico all'Atlantico settentrionale e
all'Oceano Artico. JEF comprende Gran Bretagna, Danimarca, Paesi
Bassi, Islanda, i tre Paesi Baltici e i tre Scandinavi.
L'obiettivo
principale è quello di mettere in pratica un attacco sincronizzato
nel tempo e coordinato nello spazio contro la Russia lungo l'intera
lunghezza del confine settentrionale, da Murmansk a Kaliningrad,
distruggendo le forze operative e strategiche della Russia in grado
di effettuare una rappresaglia o un contrattacco.
I
Paesi occidentali sono certi al 101% che la Russia “non oserà”
utilizzare armi nucleari strategiche. In questo modo è possibile
conquistare e annettere Kaliningrad e, con un po' di fortuna, San
Pietroburgo e tutta la Carelia.
Non
capisco chi dia a questi Paesi la sicurezza che la Russia non userà
le atomiche. I loro abitanti non sono imparentati coi russi, come
succede con gli ucraini. È vero che nei Paesi Baltici ci sono
parecchi russofoni, ma Putin non sarà così cinico da non avvisarli
in tempo di espatriare prima che possa incenerire quelle nazioni in
un batter d'occhio. O forse la NATO pensa di tenere i russofoni del
Baltico come ostaggi?
Negli
anni scorsi i generali della NATO sembravano più consapevoli dei
politici circa la forza militare della Russia. Ora mi devo ricredere.
Ai nostri militari piace sicuramente giocare a Wargame o a Risiko, ma
come fanno a essere sicuri di vincere? Non lo sanno che i russi, dopo
più di tre anni di guerra in Ucraina, in cui sono state utilizzate
quasi tutte le armi moderne, sono diventati incredibilmente esperti?
Giusto in maniera virtuale o facendo mere esercitazioni simulate si
può pensare di sconfiggerli o sognare di occupare qualche loro
territorio.
La
UE sembra specializzarsi sempre più nel nuocere a se stessa, come
certe persone psicotiche che vanno sedate o contenute per evitare che
assumano atteggiamenti autolesionistici.
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Trump
fa e dice cose come se non dipendesse da nessuno. Poi deve ritrattare
perché qualcuno gli fa capire che, se va avanti così, porta gli USA
a un disastro epocale. Lui da solo non lo capisce. Non ha le basi per
capirlo.
Chissà
perché ancora nessuno gli ha spiegato che se Netanyahu continua con
questo genocidio, gli USA perderanno il controllo del Medioriente: in
quella regione saranno il Paese più odiato di tutti i tempi, peggio
di Francia e Inghilterra.
È
assurdo infatti pensare che Egitto e Giordania o qualche altro Paese
islamico accetteranno l'ingresso di milioni di profughi palestinesi.
La
struttura dell'attuale alleanza tra USA, Paesi arabi e Israele è
stata stabilita da Nixon e Kissinger dopo la guerra del Kippur
(1973), per fare degli USA la potenza globale dominante nella
regione. Quella diplomazia forgiò gli accordi del 1974 tra Israele,
Siria ed Egitto. Questi gettarono le basi per il trattato di pace di
Camp David, che a sua volta gettò le basi per gli Accordi di Pace di
Oslo. Il risultato fu una regione dominata dagli USA, dai suoi
alleati arabi e da Israele.
Oggi
sta cambiando tutto. L'intero pianeta sta cominciando a rendersi
conto che si è in presenza di una pulizia etnica. Gli Houthi non li
ferma nessuno. L'Iran è in procinto di realizzare l'atomica con cui
affrontare Israele e già adesso, a livello convenzionale, non gli è
inferiore. La Turchia non vuole avere Israele né in Siria né in
Libano. La Cina ha già fatto capire che in quello che fa Netanyahu
non c'è niente di legale. La Russia, finché è impegnata in
Ucraina, non può aprire un secondo fronte. Ha soltanto dimostrato
che le sue basi in Siria possono continuare a esistere. La Lega Araba
sta cominciando a pentirsi d'aver lasciato scorrere troppo tempo da
quando questa pulizia etnica è iniziata.
Si
rende conto Trump che alla fine agli USA non resterà che l'uso del
nucleare per farsi valere in Medioriente? Se rinunciano alla
diplomazia, che cosa resta? Se praticano una diplomazia che non porta
a niente, perché dovrebbero essere rispettati?