19 mar 2025

 

NEWS 19 marzo 2025


Il ministro della Salute bavarese Judith Gerlach ha chiesto finanziamenti aggiuntivi per preparare gli ospedali ad accogliere soldati e civili della Bundeswehr in caso di azioni militari su vasta scala.

La necessità sarebbe dovuta “alla minaccia militare della Russia per l’Europa e al possibile abbandono del nuovo presidente Trump dal precedente partenariato per la sicurezza”.

Ora che il prossimo cancelliere Merz ha parlato di riservare 500 miliardi di euro al rafforzamento tedesco della capacità di difesa, allo sviluppo delle infrastrutture e della logistica, tutti mettono le mani avanti per avere una fetta della torta. Parlano già di feriti di guerra prima ancora che la guerra inizi. Sembrano mosse di lobbying da parte dell’ennesima marionetta corrotta.

Le prime parole che vengono in mente non sono pace, diplomazia, trattativa, negoziato, sicurezza comune e indivisibile, smilitarizzazione, denuclearizzazione... No, anzi si pensa che, siccome Putin non vuole arrendersi, bisogna cercare di unire tutte le forze per abbatterlo a ogni costo, cioè anche a costo di scomparire dalla faccia della terra.

I russi vogliono arrivare a Lisbona, così come una volta si diceva che i cosacchi berranno alle fontane di Roma. Vien quasi da augurarsi che scemenze del genere si avverino per davvero, così tutti saranno soddisfatti: chi le prevedeva e chi le ha realizzate.


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Inutile dire che l’esercito di Kiev è coraggioso, combattivo, resiliente... Se lo è, di sicuro non lo sono né il suo Stato Maggiore né il governo di Kiev, che invece si presentano come cinici, crudeli, spietati, falsi, ladri, approfittatori e soprattutto corrotti.

Dopo il ritiro da Sudzha, gli ucraini hanno scatenato tutta la potenza della loro artiglieria sulla città. Il centro è stato quasi completamente distrutto. Mentre erano in quell’oblast si sono comportati nella maniera più vergognosa possibile: hanno stuprato, torturato, ucciso senza motivo, rubato tutto quello che potevano. L’avventura di Kursk si è risolta in una schifosa vendetta per tutte le sconfitte subite nel Donbass. Quest’esercito, se si escludono quanti vengono reclutati a forza, non merita nulla, non suscita alcuna pietà. Si dice che 7.000 militari siano circondati dai russi. Ebbene, che si arrendano e Trump la smetta di chiedere a Putin di fare il buonista. Qui si ha a che fare con terroristi allo stato puro. Se non si arrendono, vanno comunque processati.

Non si vincono le guerre con atteggiamenti indegni di un militare. Ci vogliono obiettivi seri, convincenti, non continue falsità, sotterfugi di bassa lega, litanie stucchevoli come quella di “aggredito e aggressore”. I russi hanno avuto fin troppa pazienza a combattere con le mani legate dietro la schiena. Sono 11 anni che sopportano un inspiegabile atteggiamento nazista nei loro confronti. Non se lo meritano. Lo stalinismo è finito da un pezzo. Gli oligarchi li hanno avuti anche loro, ma Putin è riuscito a ridimensionarli. Se a Kiev non vi sono riusciti, è con se stessi che se la devono prendere. Nessuno li ha obbligati a lasciarsi raggirare dagli europei e soprattutto dagli americani. Che imparino anzitutto a rispettare le minoranze del loro Paese. Il diritto all’autodeterminazione dei popoli è riconosciuto dallo Statuto dell’ONU. Non esiste solo il diritto all’integrità nazionale.


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Gli Stati Uniti si stanno comportando in maniera schizofrenica come il loro presidente.

Da un lato rinunciano a USAID e Radio Liberty e si ritirano dall’inchiesta sui crimini di guerra in Russia; dall’altro han ripreso gli aiuti militari e di intelligence a favore degli ucraini. Parlano di pace, di negoziati e, nel contempo, stanno rafforzando la loro presenza militare nei Paesi ex comunisti.

Non han capito che fare trattative coi russi minacciandoli di ulteriori sanzioni o di conseguenze belliche non serve a niente. Avanzare pretese sulla Scandinavia, l’Artico o il Mar Nero o il Mar Baltico son cose che a Putin non fanno né caldo né freddo. Lui non è uno statista ricattabile, non si lascia intimidire da niente e da nessuno. È vero, non si aspettava un voltafaccia così vergognoso da parte degli europei. Ma ha fatto presto a incassare il colpo, questa pugnalata alle spalle, e ora sta pensando fin dove può arrivare la sua pazienza. Quando colpirà, lo farà duramente, proprio perché non sopporta tradimenti, atteggiamenti strafottenti, prese in giro. Non c’è solo Putin che la pensa così. È un intero popolo che vuol dire basta alla prosopopea occidentale.


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Al Congresso dell’Unione russa dell’industria e degli imprenditori, che ha riunito 1.300 delegati e ospiti, Putin ha detto chiaramente che solo i Paesi che possono garantire la propria piena sovranità possono resistere alle pressioni esterne, cosa che quelli europei non sono in grado di fare. Ovviamente si riferiva al fatto che la UE si comporta come se fosse una colonia degli USA.

Commerciare con gli europei sta diventando molto difficile, quasi impossibile, anche perché non hanno alcuna intenzione di rimuovere nessuna delle 28.595 sanzioni che dal febbraio 2022 sono state imposte a persone fisiche e giuridiche russe. Anzi, la UE continua a minacciare militarmente la Russia, senza rendersi conto dei rischi gravissimi cui va incontro.

Le sanzioni – come abbiamo visto – hanno un effetto boomerang, per cui noi europei dobbiamo prepararci ad affrontare gravi problemi economici. E se pensiamo di addebitarne tutte le cause alla Russia, invocando l’esigenza di un riarmo generale, noi perderemo anche qualunque forma di sicurezza. Stiamo correndo a gambe levate verso un precipizio.

Putin è stato molto esplicito: anche se le sanzioni venissero revocate, i Paesi occidentali troveranno un altro modo per “mettere i bastoni tra le ruote” a Mosca. Questo perché vogliono compromettere la libertà d’investimento e di commercio a livello globale. L’occidente non riesce a sopportare il fatto che aziende nazionali russe abbiano approfittato dell’uscita di scena delle aziende occidentali dal territorio russo per conquistarsi nicchie di mercato.

È arrivato a dire che se le aziende straniere vorranno tornare in Russia, non potranno beneficiare di alcuna agevolazione, se le nicchie delle aziende occidentali sono già state occupate dalle aziende russe: dovranno competere ad armi pari. L’occidente vuole una guerra economica, commerciale, finanziaria e la Russia, se vuole sopravvivere, non può tirarsi indietro. Deve vincere sullo stesso terreno. E bisogna dire che, in tal senso, sono state proprio le sanzioni a costringere la Russia ad accelerare i tempi della propria rilevanza economica mondiale.

Mi chiedo cosa sarebbe in grado di fare la UE se dovesse affrontare un numero così incredibile di sanzioni. Anzi, basterà vedere se riuscirà a sopravvivere ai dazi e alle tariffe degli USA di Trump.

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