18 apr 2025

 

NEWS del 18 aprile


La Cina vuole convertire la sua influenza economica in influenza geopolitica. E nessuno può farci niente. L’opposizione statunitense o, più in generale, occidentale è destinata a perdere l’egemonia mondiale. Prima si ammette questa inevitabile transizione e meno dolorosa sarà.

Perché dolorosa sarà di sicuro. Dovremo abbassare il livello di benessere, cambiare lo stile di vita, rinunciare al superfluo, badare all’essenziale, contare meno sul potere del denaro in sé (credere di più in forme di autoconsumo e di baratto di beni e servizi), rinunciare alle posizioni di pura rendita, abituarsi a un regime in cui si verrà facilmente tenuti sotto controllo. Se non sarà la Cina a imporci queste condizioni di vita, saranno i nostri stessi governi occidentali, che, non potendo più usare la politica estera come arma per contenere i problemi insoluti della politica interna, diverranno per forza di cose più autoritari.

In fondo l’esigenza che questi governi hanno di trovare un nemico da combattere, riflette anzitutto la necessità di reprimere il dissenso interno. Probabilmente nessuno statista occidentale pensa davvero di muovere guerra a colossi come Russia Cina India... A meno che non si voglia optare per un depopolamento dello stesso occidente. Il che però ci porterebbe ad essere ancor meno influenti, anzi soggetti al rischio d’essere invasi. Cina e India sono colossi anche sul piano demografico, mentre la UE è un continente di anziani.


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In un raro lampo di coraggio il Regno Unito ha detto a bassa voce a Washington: “Non taglieremo i ponti con la Cina solo per rientrare nelle vostre grazie”. Cioè non hanno intenzione di affondare insieme al Titanic.

Gli USA infatti chiedono agli europei che vogliono meno dazi, di rompere qualunque rapporto coi cinesi. È rinata la guerra fredda. Solo che la Cina non è la Russia: sul piano commerciale ha molte più carte di quante Trump voglia ammettere. Lui stesso, esentando certi prodotti cinesi dai dazi, ha fatto presto ad accorgersene.

Stupisce che un governo politico non abbia ben chiaro quali siano i punti di forza di un Paese che vuole porre sotto embargo con la questione delle tariffe. Evidentemente negli USA è l’economia e oggi la finanza che decide le sorti del Paese. Un governo che pretende di governare, finisce col diventare ridicolo. Strano che nessuno dica in anticipo a Trump che gli USA dipendono dalla Cina in tante merci o materie prime strategiche o con un alto valore aggiunto. Un presidente che si pavoneggia nel cortile di casa non dovrebbe fare queste figuracce.

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