Trump l’imprevedibile
È sostenibile un mondo in cui il presidente di uno degli Stati più potenti è del tutto imprevedibile? Magari uno potrà anche pensare che sia sempre meglio avere a che fare con una politica estera basata sugli interessi piuttosto che su un’ideologia falsa e bugiarda. Ma di fronte a uno statista che ti dice: “Voglio trattare con te”, e il giorno dopo: “No, ti sanziono pesantemente”, cosa possiamo pensare? Trump cosa rappresenta? Un Biden senza ideologia? Perché: cinismo egoismo bullismo non sono forse delle ideologie? Tutto è ideologico: anche la maglietta verde di quello sciagurato di Zelensky.
Gli USA hanno sicuramente bisogno di stabilità, di sicurezza, ma tutti gli altri Paesi non possono vivere sul chi va là. Trump sta facendo una crociata non più contro “l’Asse del male” ma contro l’intero pianeta. Dice di voler rispettare solo le grandi potenze, come se fosse il capo di una gang mafiosa che si mette d’accordo con tutte le altre per stabilire dei confini invalicabili.
Ma non è su queste basi che si costruisce la pace, la democrazia, la cooperazione. Bisogna far leva su dei valori condivisibili, e Trump sembra non averne. Lui si vanta soltanto d’essere realista, concreto, come quando dice, col suo solito fare da spaccone: “Se fosse dipeso da me, la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata o sarebbe finita subito”. E come? Facendo un’offerta che la Russia non poteva rifiutare, come ne Il padrino? Oppure dicendo, come fece con Kim Jong-un: “Il mio pulsante nucleare è più grosso del tuo”?
Verrebbe voglia di chiedergli: “Sulla base di quali valori comuni ti sarebbe stato possibile realizzare questa tua volontà? Cioè per quale motivo un qualunque Paese del mondo, quando ha a che fare con voi americani, riesce a farsi rispettare solo ricorrendo alla forza? Che senso ha stabilire delle relazioni internazionali sulla base delle minacce, delle sanzioni, del protezionismo nazionalistico, sulla superiorità militare, tecnologica, finanziaria? Passare continuamente da un estremo all’altro non lo percepite come uno stile di vita molto stressante?”.
Insomma Trump avrà sicuramente ragione quando dice che l’essere umano è diviso per generi, ma ancora non ha capito che il genere umano è uno solo e la specie vivente si chiama Homo sapiens.
L’odierno capitalismo finanziario
Che cos’è il capitalismo finanziario? È il desiderio di fare soldi coi soldi. Quindi non più profitti dalle proprie aziende, sfruttando il lavoro salariato applicato alle macchine, acquistando materie prime a buon mercato, e così via, ma semplicemente interessi su investimenti, guadagni facili e veloci. Mentre gli altri lavorano, tu incassi cedole.
Si rischia e si scommette e si scommette sui rischi, in un gioco che di razionale ha ben poco.
In questa forma di capitalismo gli USA son dei veri maestri. È da quando le società informatiche si son quotate in borsa che creano bolle, cioè false aspettative che mandano a picco quasi l’intero pianeta.
La più grave è stata quella dei subprime immobiliari del 2008. Si pensava che i capitali attorno a un bene primario come l’abitazione fossero l’investimento più sicuro, e che nessuna banca avrebbe tratto in inganno i propri clienti investitori. Non produsse il crack del 1929 ma ci si andò vicini.
Dopo che la truffa bancaria si palesò di enormi proporzioni, si disse che le grandi banche non avrebbero mai potuto fallire. E così gli Stati, con le tasse dei cittadini e portando il debito pubblico alle stelle, le salvarono, con qualche eccezione.
Oggi si sta creando una nuova bolla: l’oggetto sono le armi. Qual è la differenza? È che se perdi la casa o il lavoro con cui paghi il mutuo sulla casa, finisci sotto un ponte. Le armi invece devi usarle, altrimenti invecchiano, si arrugginiscono, perdono di valore.
Se nel 2008 abbiamo rischiato di fare un balzo indietro, verso il Medioevo, oggi, se usiamo le armi su cui andremo a investire, torneremo alla preistoria. Non è difficile da capire, pensando al loro potenziale catastrofico.
È che la gente comune non sa cosa fare per impedirlo. A volte però mi chiedo se sia peggio essere in pochi senza possedere nulla o in tanti con delle atomiche in mano.
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