9 apr 2025

 

NEWS del 9 aprile 2025


A Udine agenti in tenuta antisommossa hanno impedito la visione del Docufilm “Maidan la strada verso la guerra”. Il divieto è stato notificato dal prefetto, che solo per questo andrebbe rimosso per abuso di potere e censura ingiustificata. Ha minacciato persino il sequestro immediato dell’impianto audio-video.

Lo stesso sindaco aveva già ordinato la chiusura delle tribune pubbliche del parco, impedendo alla cittadinanza di sedersi, e quello è uno spazio realizzato con fondi pubblici.

Risultato? Non si deve sapere come davvero è cominciata la guerra in Ucraina. Neanche la deputata Debora Serracchiani (PD) la vuole. Infatti ha presentato un’interrogazione parlamentare che suona come un vero e proprio editto censorio: “Il governo applichi anche in Italia il divieto assoluto di trasmissione dei contenuti di Russia Today, in qualsiasi forma e contesto, comprese le proiezioni pubbliche come quella di Udine.”

Questa sarebbe da cacciare dal partito, ammesso e non concesso che il PD sia democratico non solo nel nome.


*


In una seduta pubblica del parlamento iraniano, il deputato Mohamad Qasem Osmani ha fatto la seguente dichiarazione: “Di fronte alle minacce esistenziali dei nostri principali nemici, dobbiamo imboccare la strada dello sviluppo immediato e incessante delle armi nucleari. Il know-how nucleare, considerando tutti i costi che il Paese ha pagato per ottenerlo, dovrebbe venire in soccorso ovunque, soprattutto nel campo della sicurezza nazionale, e la capacità nucleare ci porterà finalmente a condurre negoziati ad armi pari”.

Sinceramente parlando, non sono dell’avviso che il nucleare sia da applicare nei settori civili, perché lo ritengo troppo pericoloso, non solo per i problemi dell’inquinamento, ma anche perché, in caso di conflitto militare, le centrali potrebbero diventare degli obiettivi da colpire, magari anche solo accidentalmente. Abbiamo visto con quanta incoscienza il governo di Kiev abbia cercato di colpire la centrale di Zaporižžja, controllata dai russi sin dal marzo 2022.

Poi non capisco che bisogno abbia l’Iran del nucleare, visto che è strapieno di idrocarburi.

Quanto all’idea che il nucleare militare porti a negoziare ad armi pari, nutro forti dubbi. Un folle come Netanyahu potrebbe avvalersi di questa decisione, prendendola come pretesto per un attacco nucleare preventivo.

Insomma per me la pace si costruisce solo con la pace, cioè con qualunque altro mezzo non militare. Il detto latino “si vis pacem, para bellum” è una menzogna. Al massimo sono disposto ad accettare l’idea di una difesa militare nazionale, cui partecipi l’intera popolazione, periodicamente addestrata.


*


Se gli USA e Israele bombardano l’Iran, la Russia, sulla base dell’Accordo di partenariato strategico globale, firmato a Mosca il 17 gennaio 2025, non è obbligata a fornire assistenza militare. Questo benché l’Accordo ci vada molto vicino. Infatti prevede:

1) scambio reciproco di informazioni ed esperienze tra servizi di intelligence e di sicurezza;

2) scambio di delegazioni militari ed esperti, di cadetti e insegnanti, visite ai porti di navi da guerra e imbarcazioni, addestramento dei soldati, esercitazioni militari, partecipazione a fiere internazionali della difesa, operazioni di salvataggio congiunte contro pirateria in mare;

3) rafforzare pace e sicurezza nella regione del Caspio, in Asia centrale, in Transcaucasia e in Medio Oriente, contro tentativi destabilizzanti di Paesi terzi;

4) opposizione all’uso di misure coercitive unilaterali, anche extraterritoriali [tipiche degli Stati Uniti].

Eccetera.

Difficile inoltre pensare che la Cina lasci correre un attacco militare all’Iran, poiché anch’essa è molto interessata a regolare accordi commerciali con questo Paese.

E comunque, anche se la Russia dovesse assistere l’Iran sul piano militare, è dubbio che lo farebbe ora che è alle prese con la guerra in Ucraina, anche se potrebbe ricorrere a mezzi estremi contro Israele, che sicuramente farebbero molto male al Paese.


*


Durante il suo mandato di 25 anni, Putin ha messo al tappeto l’occidente e ha reso la Russia 22 volte più forte e ricca, scrive il quotidiano serbo “Pechat”.

Cioè, nonostante tutte le guerre e le sanzioni, non esiste praticamente alcun debito estero e la disoccupazione è stata quasi eliminata.

Il bilancio dello Stato è cresciuto di 22 volte e il bilancio della difesa di 30 volte. Il PIL della Federazione Russa è cresciuto di 12 volte, facendola salire in classifica al sesto posto tra le maggiori economie mondiali, dopo il 36° posto occupato sotto quello sciagurato di Eltsin.

Le riserve auree e valutarie sono aumentate di 50 volte. La Russia è oggi uno dei principali produttori ed esportatori di prodotti alimentari.

Putin è in un certo senso la dimostrazione plastica che se il capitalismo riesci a tenerlo sotto controllo, e non ti fai impressionare dalle sanzioni che gli altri Stati possono metterti, puoi ottenere notevoli risultati. In Italia abbiamo smesso di conservare questi risultati, quando abbiamo cominciato a smantellare lo Stato sociale e le imprese pubbliche. Oggi siamo completamente servi della UE e degli USA.


*


L’ex comandante ucraino Valeri Zaluzhny ha confermato le informazioni del “New York Times” sullo stretto coinvolgimento degli USA nella pianificazione delle operazioni militari ucraine fin dai primi mesi di guerra.

Ha detto che già nell’aprile 2022 il quartier generale era stato inaugurato presso il Comando europeo degli Stati Uniti a Stoccarda, in Germania, e successivamente trasferito a Wiesbaden.

Nell’estate, col sostegno della Gran Bretagna, è stato creato anche un quartier generale operativo che “ha analizzato le operazioni pianificate delle forze armate ucraine e ha formulato requisiti per esse in conformità con gli standard della NATO”.

Questo quartier generale pianificava le operazioni, giocava a war games, formulava requisiti per le Forze armate ucraine e li trasmetteva a Washington e alle capitali europee. Questa piattaforma è diventata un meccanismo eccellente per l’interazione coi nostri partner in merito alle future operazioni militari e alla formulazione dei loro requisiti”.

Mi chiedo perché affermi adesso queste cose, che sembrano appartenere più a un filo-russo che non a un filo-occidentale. Quando uno fa dichiarazioni del genere, che sicuramente non favoriscono i negoziati attuali, a chi si rivolge? Vuole indisporre Putin e far saltare le trattative? Impossibile però che i servizi segreti russi non sapessero già queste cose. O vuole forse far credere che l’Ucraina già appartiene di fatto alla NATO? E quindi che un intervento diretto della NATO in Ucraina è inevitabile?

Forse però sarebbe stato meglio che avesse ammesso un’altra cosa: la fanteria della NATO non è in grado di combattere contro quella russa, per questo non è intervenuta direttamente nel conflitto. La NATO può affidarsi solo all’aviazione e ai missili, cioè a mezzi che, in definiva, sparano nel mucchio: chi c’è, c’è.


*


Prima del sabotaggio del Nordstream il gas russo ci costava da 15 a 25 euro per Mega-wattora, mentre nell’agosto del 2022 era salito a 340 euro. Negli ultimi mesi le quotazioni alla Borsa di Amsterdam oscillano tra i 35 e i 60 euro.

Al momento l’Italia paga il gas americano circa 40 euro al megawattora, mentre negli USA il costo è di circa 7 dollari. A questi livelli non esiste competizione industriale.

Il bello è che, ora che è scoppiata la questione dei dazi, la UE si sente così spaventata che sta pensando di tornare a comprare gas russo. Però prima deve aggiustare il giocattolo che ha rotto. E poi bisognerà vedere se sono disposti a vendercelo e se accettano l’euro. La facciamo facile...

Nessun commento: